(G)Old Generation

Si sente spesso dire che l’Italia è un paese di vecchi e sempre con una connotazione negativa, io credo invece che come tutte le medaglie ci siano due facce da considerare.

 Scopri in questo articolo quali sono i punti positivi e negativi di avere solide relazioni con le vecchie generazioni.

 

Per sempre nonni

 

In Italia è comune che i nipoti passino la maggior parte del loro tempo a casa coi nonni, se in altri paesi l’indipendenza e l’emancipazione della terza età è un diritto che nessun capriccio infantile riesce a scalfire, qui invece il nipote diventa immediatamente l’imperatore della casa in cui si trova ed i nonni sono un prezioso patrimonio che li coccola in modo peculiare. 

Essere nonni in Italia non è uno scherzo e di certo diventano una manna dal cielo per tutti quei genitori che devono lavorare, quindi è doveroso dire: GRAZIE NONNI 

 

Tradizioni

 

Non sempre Vecchio è uguale a Saggio, ma di certo nei loro occhi ci sono sufficienti esperienze che diventano preziosi insegnamenti di vita; sono anche portatori sani di tradizioni, anche se non rivelano mai tutti i loro segreti, prendiamo ad esempio il campo culinario.

Se alla veneranda età di 30 anni chiedeste alla nonna di stirare alle 5 di mattina la camicia per fare bella figura al colloquio state certi che lo farà, ma quando le chiederete di darvi la ricetta esatta delle sue lasagne, scordatevelo, questo non succederà mai.

L’equilibrio di tramandare le tradizioni funziona proprio in questo modo, rivelare quanto basta (q.b.) e lasciare che la nuova generazione scopra da sé il segreto e così via nei secoli. 

(G)Old Generation Lasagna
(G)Old Generation Lasagna

 

Antichi mestieri

 

L’Italia vanta la storicità di lavori molto antichi ancora realizzati, tutto il comparto relativo all’artigianato è ancora attivo e si rivela essere uno degli aspetti più affascinanti della nostra cultura.

Pensate alla grandiosa scuola di liutai di Cremona che ancora oggi richiama appassionati di musica e violini da tutto il mondo, oppure i bottai che danno vita alle preziose botti importantissime per contenere ottimi vini, distillati ed il nostro oro nero per eccellenza, L’Aceto Balsamico Tradizionale DOP.

Tutte queste tradizioni sono cariche di storia ed importanza, ma chi le trasmetterà se le vecchie generazioni non vengono sostituite dalle nuove? Ecco ancora una volta gli anziani essere custodi di antiche arti che vanno preservate nel rispetto della nostra identità.

(G)Old Generation Artigianato
(G)Old Generation Artigianato

 

Saggezza Popolare

 

Anche la saggezza va tramandata e nei piccoli villaggi è tipico ascoltare persone anziane poste al centro delle piazze esporre le loro “Perle di saggezza” in versioni dialettali tipiche del territorio; queste non vogliono far altro che suggerire un modo per affrontare la vita per quello che è, senza dare troppo peso ai fallimenti e pensare ai successi come scommesse quotidiane vinte.

 

In sintesi, gli scontri generazionali ci saranno sempre, perchè viviamo la vita a velocità diverse, dovremmo tutti capire invece che la (G)Old Generation ci consiglia sulla base delle loro esperienze perché questo è il loro vantaggio, conoscere già la fine del film. 

In questo c’è la verità su quanto la vita sia beffarda, da un lato c’è chi sa ma ha meno tempo ed energie, dall’altro c’è chi non sa ma ha ancora molto tempo da sfruttare.

Dispensa Italiana

Dispensa Italiana

In una tipica casa italiana le cose preziose non si tengono nella cassaforte, ma ben disposte su scaffalature di legno, chiusi in barattoli o nascosti nelle cantine; La preziosa Dispensa Italiana.

 

Si usa dire che i soldi vanno e vengono, ma la fame resta; questo non succede di sicuro in Italia, dove di fame non si muore, infatti ad ogni stagione si susseguono tradizioni più o meno antiche e a scadenza precisa le cantine di casa si trasformano in laboratori gastronomici dove si cuoce, si impasta e si imbarattola in modo che per le successive mensilità la famiglia sia a posto. 

 

A seguire alcune delle più note e non preparazioni casalinghe stagionali nazionali e in particolare della regione Emilia-Romagna:

 

Maiale – per iniziare bene l’anno la prima tradizione da rispettare è la produzione del salame che trova in Gennaio il giusto clima e tasso di umidità che servono per iniziare la stagionatura di uno dei più famosi e amati prodotti della nostra cucina. 

 

Nocino – la produzione di questo liquore tradizionale emiliano dimostra alla perfezione quello che qui è uno stile di vita accurato, ovvero che non si butta via niente e anche da prodotti che sembrano di scarto può venirne fuori qualcosa di buono; il Nocino viene prodotto infatti dal mallo delle noci le quali vengono raccolte nel mese di Giugno. 

 

Salsa di Pomodoro – questa rivoluzionaria scoperta che ha permesso di consumare il pomodoro nei piatti più amati da tutti, come pizza e pasta, è un rito che coinvolge tutta la famiglia, il periodo è quello di Settembre dove i pomodori sono pronti per la grande trasformazione. 

 

Zucca e Fichi – nello stesso periodo vengono pronti due tra gli ingredienti più amati soprattutto per le combinazioni con altri protagonisti della cucina emiliana, che siano freschi o trasformati in creme, confetture e ripieni, zucca e fichi troveranno ampio spazio sulle tavole e andranno a braccetto con prosciutto crudo, parmigiano reggiano ed aceto balsamico.

 

Limone – è dagli inizi del Novecento che da questo agrume si ottiene uno dei più famosi liquori al mondo, il Sig. Limoncello che è diventato il perfetto digestivo dei i pranzi più impegnativi. 

 

Uva – partendo dalla metà di Agosto fino ad Ottobre l’uva la fa da padrone negli impegni quotidiani dei contadini, oltre al buon vino che sarà pronto solo dopo 1 anno di attesa, con il mosto prodotto dall’uva è possibile ottenere altri prodotti, ad esempio il sugo d’uva, un dolce povero della nostra tradizione che allo stesso tempo con la sua semplicità rende felici numerosi ex bimbi golosi.

 

Aceto balsamico DOP – per uno dei più pregiati prodotti che compongono il repertorio culinario italiano, il rincalzo con nuovo mosto cotto avverrà a vendemmia finita per dare continuità al lavoro lento delle batterie.

 

Parmigiano Reggiano – il Re dei formaggi ha personalità diverse, si produce tutto l’anno ma a seconda delle stagione e del foraggio a disposizione degli animali, si otterrà un latte diverso e di conseguenza un formaggio diverso, ma sempre eccellente. 

 

A contorno di tutto questo durante i mesi ci sarà il momento delle marmellate, delle composte, di salumi e formaggi dalle diverse forme e sapori, quello che invece non ci sarà è un momento di pausa per riposarsi e recuperare le energie.

 

In Italia sono più di 87.000 gli operatori certificati nel settore agroalimentare di qualità e tutti hanno un unico obbiettivo, produrre eccellenze italiane che possiamo consumare in compagnia della famiglia e degli amici, perché è vero che mangiare bene è importante, ma farlo con la compagnia giusta è ancora meglio.

 

Apparenza e Sostanza

C’è un’espressione che sento spesso e fa riferimento alla commercializzazione dei prodotti agroalimentari italiani, dice: “se questo lo avessero in Francia…”.

Ogni volta che sento questa espressione dentro di me si crea un notevole calore che diventa un fastidio incomprensibile, mi chiedo del perché qualcosa coltivato, allevato, curato, trasformato qui da secoli,  ritenuto eccellenza internazionale ed in alcuni casi diventato Patrimonio UNESCO, dovrebbe essere valutato di più in altri paesi; poi ho iniziato a riflettere sul vero significato di una frase del genere e queste sono le mie umili considerazioni.

Partiamo da due concetti che fanno parte della nostra vita in ogni suo istante: Apparenza e Sostanza.

Difficilmente si trova il giusto compromesso ed ancora più difficile è valutarne il giusto valore e bisogno.

Quante volte avete sentito “si compra prima con gli occhi” e su questo Signore e Signori si svela l’unico vero concetto sul quale si fonda il marketing, tutti lo sappiamo, ma poi non siamo in grado di applicarlo e quando ad un mercato o fiera di settore la nostra bancarella rimane desolata e senza acquirenti è il momento di capire che si è puntato solo alla sostanza. 

Ho avuto occasione di sentire un’intervista dal vivo del Re del culatello il quale ha passato alcuni anni in Francia durante la sua formazione; spiegava, in modo davvero efficace, la frase di apertura mettendo a confronto il packaging dei formaggi francesi e del più famoso dei formaggi italiani, il Parmigiano Reggiano.

Quando acquistiamo un formaggio francese lo troviamo impacchettato di tutto punto con carte dorate o in piccole confezioni di legno molto curate, se pensiamo alla tipica confezione del nostro PR è in plastica sottovuoto. La differenza è lampante, l’apparenza che batte in prima istanza la sostanza.

C’è chi nella propria vita ha bisogno di apparire per mantenere su di esso la concentrazione, chi invece preferisce tenere un profilo basso e curare dietro le quinte la struttura del palcoscenico, quello che conta alla fine è la qualità del proprio operato o, come nel caso dei nostri prodotti alimentari, la bontà che si porta a casa l’acquirente. 

Apparire non è più importante di essere o viceversa, il segreto è capirne le rispettive utilità ed usarle a seconda della situazione.

Il punto della questione italiana potrebbe essere che la nostra indole punta di più alla sostanza che all’apparenza e non perché mancano le capacità di apparire al meglio, ma più semplicemente perché siamo sicuri della sostanza dei nostri prodotti e non c’è nulla da aggiungere. 

Si tira avanti

Resilienza

Se sei uno straniero e ti fermi un momento ad ascoltare due italiani che dialogano, potrai sentire tante espressioni tipiche che racchiudono mondi e filosofie quasi sparite; oggi voglio analizzarne una che trovo molto rappresentativa del mood italiano: Si tira avanti.

Solitamente questa espressione si sente tra persone che hanno accumulato un certo numero di natali e sono arrivati al punto di aver capito che gli ideali e la ribellione tipici della giovinezza non hanno più lo stesso vigore e bisogna quindi mediare con le reali capacità.
Si tira avanti significa anche non mollare o abbandonare il campo di battaglia, questo 2020 ci ha messo tutti davvero alla prova e la reazione a ciò che è successo sarà qualcosa che ci porteremo con noi per sempre.

Dietro a questa battuta così semplice e che sembra voglia tagliar corto discorsi troppo lunghi, c’è molta forza, la tipica forza di persone diventate sagge per età o esperienza che conoscono cosa davvero può ferire e trasformare una vita in miserabile.
Ci sono zone geografiche e storie di popoli per cui questa espressione è la normalità, come a dire che la vita ti metterà sempre davanti a delle sfide e che se può ostacolarti lo farà.

Nella mia, ancora abbastanza breve, esperienza di vita sono solita dire che “La vita è beffarda” e noi siamo delle pedine che tentano quotidianamente di raggiungere quella vana soddisfazione che ci fa sentire parte di qualche cosa; altra battuta simile è Si tira a campare che potrebbe suggerisce la fatica di vivere a stenti o più semplicemente che per vivere si deve faticare e che nulla ci è dovuto.

Non tutti nascono con il coraggio del combattente o pronti con le armi necessarie per affrontare quello che la vita ci mette di fronte, quindi il più delle volte ci si deve inventare come attori abbastanza astuti per superare anche le più dure difficoltà, ecco quindi che si deve tirare avanti per non abbandonare il campo di battaglia e per non dare nessun tipo di soddisfazione a chi non crede in noi; queste espressioni si possono considerare quasi un simbolo di Resilienza.

Interessante è vedere che Si tira avanti si colloca nella parte settentrionale della penisola, mentre Si tira a campare ha un’assonanza più meridionale, andando oltre le solite divisioni da ante unità d’Italia, è istruttivo vedere che su certi aspetti siamo così simili e abbiamo la stessa tenacia di chi non molla niente e ha sempre la voglia di arrivare in fondo senza dover ringraziare nessuno.

Concluderei questo pezzo con una semplice riflessione; ogni volta che vi troverete in una situazione difficile o scomoda e vi verrà chiesto uno sforzo maggiore, pensate a cosa corrisponde la vostra fatica, potrebbe essere il sorriso della persona che amate, il riconoscimento professionale oppure la vostra stessa felicità, allora fate in modo di tirare avanti.

PERCHE’ QUEST’ESTATE NON VADO ALLE CANARIE

Libertà Estate

Siamo abituati ad organizzare la nostra vita 6 mesi alla volta e le vacanze sono, paradossalmente il tema più stressante, perché tutto deve essere al giusto prezzo, completo e con elementi utili per le stories, ma questo 2020 ha deciso che dovevamo prendere fiato e smettere di correre.

Perché quest’estate non vado alle Canarie? Perché voglio scoprire l’Italia.

Nel mio percorso personale ammetto di aver visitato prima luoghi distanti abbastanza perché i km si trasformassero in miglia, piuttosto che le principali attrazioni italiche.

L’estate 2020 sarà, con molta probabilità, l’anno dove le persone visiteranno quei posti dietro casa e se ne andranno dicendo: “pensare che era dietro l’angolo e non lo sapevo”, ma l’Italia è bella proprio per questo, ti sa stupire in ogni modo e momento.

Se volete ispirarvi per un weekend oppure una vacanza ecco cosa Dreaming Emilia Romagna vi propone:

La provincia di Piacenza offre l’arte del Guercino sotto la cupola e quella dei Tortelli con la coda sopra la tavola, potete rinfrescarvi nel fiume Trebbia e visitare borghi carichi di storia e buon Gutturnio come Bobbio e Vigoleno.

La provincia di Parma porta il peso della Cultura 2020 e 2021, il Battistero e la cupola del Correggio vi aspettano in perfetta salute, Langhirano è pronto coi suoi prosciutti, mentre un’Antica corte vi attende vicino al fiume con una fetta di Culatello di Zibello in mano.

La provincia di Reggio Emilia offre passeggiate che vanno dal grande Fiume alla Pietra di Bismantova, uno sguardo al Tricolore per una punta di patriottismo e merenda con Erbazzone e Lambrusco.

La provincia di Modena incanta con la musica di Pavarotti ed il rombo della Ferrari e termina con la dolce essenza di Aceto Balsamico tradizionale.

La provincia di Bologna insegna l’arte dello studio e del libero pensiero, vi spinge a camminare fino a San Luca ed entrare in un mondo incantato alla Rocchetta Mattei, l’importante è finire con Tagliatelle e Mortadella. Bologna Tour

La provincia di Forlì-Cesena profuma di gesso e terme, è casa di Pellegrino Artusi e nasconde prodotti fatti con il cuore, come il Mandorlato di Modigliana.

La provincia di Ferrara è un elegante motivo Jazz che incontra storie di canali ed Anguille a Comacchio fino all’importantissimo Parco del delta del Po che è Riserva di Biosfera UNESCO.

La provincia di Ravenna fa da custode a Dante e racconta di storie antiche come il Sale . Saline di Cervia

La provincia di Rimini toglie i pensieri brutti con la sua notte leggera fatta di luci e cocktail, ma offre una vigorosa storia romana dove meno lo si aspetta.

Scegliere l’Emilia Romagna come meta estiva lo si può fare con ogni criterio di ricerca, dalla Storia all’Enogastronomia, dalla Natura allo Sport, l’unica cosa: preparatevi a sorridere.

Per ulteriori info potete consultare: Visit EmiliaVisit Romagna e registrarvi alla newsletter di Travel Emilia Romagna.

INTIMITA’ AI TEMPI DEL COVID

Il contatto umano ci manca solo quando ci viene impedito, come ai bimbi quando gli si vieta di mangiare caramelle e questo diventa l’unico pensiero.

L’intimità non è solo legata alla camera da letto, ma raccoglie tutti quei momenti dove solo 2 persone sono coinvolte e se c’è sintonia non serve dire una parola per capire le intenzioni dell’altro; questo succede anche con gli amici, quelli che sanno cose di te che è meglio non raccontare.

Oggi tutto avviene online, ma l’unica cosa che non si potrà mai sostituire con la tecnologia è proprio l’intimità: uno sguardo di complicità, una carezza di protezione, sentire il profumo della pelle altrui, dare il 5 all’amico oppure una sana pacca sulle spalle in stile Canavacciuolo.

Proprio ieri guardavo una vecchia puntata di Camionisti in Trattoria Rubio e lo Zingaro e mentre i miei occhi guardavano scene che riconoscevano, la mia mente osservava quanti gesti forse non si potranno più fare, come un oste che da 40 anni accoglie e assolve camionisti con abbracci e carezze.

Di certo qualcosa è cambiato, ma non dobbiamo vivere nella paura di un abbraccio o di un bacio, dobbiamo riscoprire il dono del buon senso e mettere in pratica quei consigli materni che ci stressavano tante erano le volte che ci venivano ripetuti.

Spero che questo periodo abbia insegnato ai solitari che un contatto umano ogni tanto ti può salvare la giornata ed invece, a chi non riesce a stare da solo, abbia dato tempo per mettersi in gioco con sé stesso.

COME SCEGLIERE IL CIBO ITALIANO

Cibo km 0

Quando si è in vacanza in Italia forse l’unico problema che non si avrà è sapere cosa mangiare, ma anche se esperti dei cibi italiani, non si dovrà mai abbassare la guardia ed evitare prodotti di scarsa qualità, fate attenzione a cosa mangiate durante tutti i pasti tipici che scandiscono le giornate delle vostre vacanze, dalla colazione allo spuntino di mezzanotte.

Come per i vini anche i cibi italiani formano un panorama culinario tra i più ricchi e diversificati e sono sottoposti a rigidi controlli che tutelano la loro qualità e difendono con onore quello che rappresentano in Italia e nel mondo.

Non a caso i prodotti italiani sono tra i più imitati negli altri paesi e anche se la cosa potrebbe sembrare lusinghiera, invece rischia di compromettere secoli di tecniche produttive e affinate tradizioni sottoposte a continui controlli e migliorie; inoltre crea falsi miti e sapori che sono ben lontani da quelli originali e rischiano così di deludere le aspettative del visitatore.

In questo immenso panorama culinario italiano c’è una lista che raccoglie le seguenti categorie: carni fresche e prodotti a base di carne, pesci, molluschi, crostacei freschi, ortofrutticoli e cereali, oli e grassi, formaggi, olio essenziale, prodotti di panetteria e pasticceria, cioccolato e suoi derivati, spezie e altri prodotti come l’aceto balsamico; questa lista nel 2019 è arrivata a contare 299 prodotti tra DOP e IGP.

  • DOP (Denominazione di Origine Protetta) – è il marchio di tutela dato dall’Unione Europea a tutti quei prodotti le cui caratteristiche dipendono dal territorio in cui vengono prodotti, come il clima, ma anche le tecniche di produzione che assieme danno un prodotto finale unico nel suo genere;
  • IGP (Indicazione Geografica protetta) – è il marchio dato a quei prodotti le cui caratteristiche e reputazione dipendono da una zona geografica specifica e quindi solo in quella zona sarà possibile produrre e trasformare il prodotto.

Una lista così ricca di prodotti riconosciuti per la loro qualità ed unicità permette a chi trascorre una vacanza in Italia di far vivere ai propri 5 sensi una magnifica esperienza da ricordare anche una volta tornati a casa; l’unico ostacolo è, come accennato prima, di assaporare cibi che in altri paesi trovate come mere imitazioni e che di conseguenza non rispettano il gusto autentico del prodotto originale; ecco quindi l’importanza di selezionare accuratamente ogni prodotto che acquistate e controllare che siano indicate le sigle che certificano la provenienza delle materie prime e dove sia stato prodotto quello che acquistate, ne varrà della soddisfazione del vostro palato.

Ecco qualche suggerimento su dove comprare prodotti autentici e di alta qualità durante le vostre vacanze italiane: le botteghe storiche ancora attive nei centri storici e i negozi che vendono prodotti freschi sono certamente i luoghi dove poter acquistare con certezza prodotti tradizionali, certificati e provenienti da piccoli artigiani, il classico supermercato avrà scelte più ampie di prodotti ritenuti però commerciali e prodotti su larga scala, non dimenticatevi mai che la qualità non è direttamente proporzionale con la quantità.

Dove consiglio la miglior esperienza d’acquisto è direttamente dai produttori e negli ultimi anni l’Italia ha incrementato notevolmente le aziende agricole che hanno aperto le proprie porte anche ai visitatori di passaggio, ospitandoli con visite guidate e degustazioni; questo tipo di esperienza è estremamente mirata è ruoterà attorno ad un unico prodotto, ma vi permetterà di vedere tutta la filiera produttiva del vostro formaggio preferito ad esempio e di assaggiarne un pezzo appena tagliato dalla forma.

Ovviamente il discorso dell’acquisto mirato si deve estendere anche quando decidete dove mangiare e qui entrano in gioco social e app con numerosi consigli da dispensare, ma uno in particolare sempre molto attuale e valido è che si mangia bene dove si fermano i lavoratori, perché ricordatelo sempre, chi lavora sodo a tavola vuole trattarsi bene.

TUTTE LE DENOMINAZIONI DEL VINO

wine

Il mondo vinicolo italiano è molto ampio e le tradizioni da conoscere sono numerose, chi non si sente un esperto di vino, ma vuole comunque conoscere il panorama dei prodotti vinicoli italiani, ecco di seguito una breve spiegazione per capire meglio cosa degustare durante le vostre vacanze ed andare a colpo sicuro.

Partiamo col capire cosa sono le sigle che troviamo sulle etichette delle cantine italiane:

  • DOP (Denominazione di Origine Protetta) – è il marchio di tutela dato dall’Unione Europea a tutti quei prodotti le cui caratteristiche dipendono dal territorio in cui vengono prodotti, come il clima, ma anche le tecniche di produzione che assieme danno un prodotto finale unico nel suo genere;
  • DOC (Denominazione di Origine Controllata) – con questa sigla viene certificata la zona geografica d’origine di quel determinato vino, di conseguenza indica le uve utilizzate per la produzione di quel vino;
  • IGP (Indicazione Geografica protetta) – è il marchio dato a quei prodotti le cui caratteristiche e reputazione dipendono da una zona geografica specifica e quindi solo in quella zona sarà possibile produrre e trasformare il prodotto.

L’ultimo elenco aggiornato rivela che in Italia ci sono 405 vini a marchio DOP e 118 a marchio IGP, chiaramente non vi basterà un’unica vacanza per assaggiarli tutti, ma potete consultare tutti i nominativi sul sito del Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/395

Queste denominazioni permettono una migliore regolamentazione del mercato agricolo e una maggior tutela per i consumatori e anche grazie ai disciplinari, che documentano le caratteristiche e le procedure produttive corrette, possiamo gustare con sicurezza i prodotti che tanto amiamo.

I primi vini che ricevono il marchio DOC nel 1966 sono la Vernaccia di San Gimignano, il Brunello di Montalcino e il Vino Nobile di Montepulciano.

Passiamo ad elencare alcune enoteche in Italia dove potrete trovare un’ottima selezione di vini di tutte le regioni italiane concentrate in un unico luogo:

  • A Roma segnatevi una visita all’Enoteca Cavour 313 considerata tra le migliori enoteche della capitale, dalla sua fondazione nel 1935 si è evoluta ed è diventato un luogo dove trovare una selezione di oltre 1000 bottiglie, soprattutto italiane, ma anche francesi e spagnole https://cavour313.it/en/story/
  • A Bologna troverete la Cantina Bentivoglio che oltre ad una curata selezione di 500 etichette italiane ed internazionali, vi propone serate live con concerti jazz https://www.cantinabentivoglio.it/en/
  • Il brand ‘SignorVino’ apre nel 2012 e oggi conta 16 negozi che vanno da Milano a Firenze ed offrono una selezione di soli vini italiani con più di 1500 etichette abbinabili con cibi tradizionali e locali https://www.signorvino.com/en

Per chi volesse provare esperienze mirate, allora sarà necessario intraprendere un viaggio tra le colline e i vigneti più attrezzati per osservare i processi produttivi e fare degustazioni genuine, ecco alcune aziende vinicole:

  • La zona chiamata ‘Franciacorta’ si trova in Lombardia e non è troppo estesa, ma troverete numerose cantine pronte ad accogliervi con i loro prodotti classici Satèn e Rosé.
  • Per chi ama la natura e le lunghe passeggiate, ma non vuole rinunciare ad un buon bicchiere di vino, allora scoprite le zone di Trento e il loro prodotto di punta il Trento DOC.
  • Oltrepò pavese è la denominazione riservata esclusivamente ai vini prodotti nella provincia di Pavia a sud del fiume Po e vi aspetta con ben 41 tipologie diverse di vino,
  • A Firenze nel 1282 nasce la corporazione dell’arte dei vinattieri e tra le zone più conosciute ricordiamo Chianti, Montalcino, Montepulciano e uno tra i più pregiati il Sassicaia nella zona del Bolgheri.

Questi sono solo alcuni dei più rinomati vini che potrete trovare nelle nostre regioni, ma vi invitiamo a scoprire tutte le regioni italiane e vivere la vostra vacanza a suon di brindisi.

EMILIA ROMAGNA: LA TERRA DELL’ORO

Oro

Chi identifica il valore delle cose?

Non voglio psicanalizzare nessuno, lascio questo arduo compito a chi si specializza in psicanalisi, volendo però fare una riflessione spicciola, il valore alle cose lo diamo unicamente noi; mia nonna usava dirmi che io valessi tutti i soldi del paese e questa era chiaramente la sua personale valutazione, ma se ci pensate bene ci sono molte cose prima degli oggetti preziosi ad avere valore.

Nella scoperta dell’Emilia Romagna ci sono storie che parlano di Oro che si trova in forme diverse e che non centrano nulla con il metallo delle parure nascoste negli armadi dei nostri antenati; qui l’Oro può essere Nero o Bianco, ecco perché….

Una delle tradizioni che si sviluppa solo in territorio d’Emilia e più in specifico Modena e Reggio Emilia, vede la produzione di uno dei più preziosi condimenti al mondo, tanto da essere considerato Oro nero, avete già capito parliamo di Aceto Balsamico Tradizionale!

Balsamico

Ma perché un condimento dovrebbe essere paragonato all’oro?

Dovete andare oltre il mero valore dei carati e capire che dentro ad una tradizione secolare c’è il valore del segreto tramandato di famiglia in famiglia, la selezione ed il lavoro del legno, la pazienza del tempo e la cura di ogni dettaglio che si rivela solo nel momento in cui una goccia incontra il nostro palato ed esalta la nostra salivazione lasciandoci estasiati e l’unica cosa che possiamo fare è goderci quell’istante e ringraziare del privilegio concessoci, solo in quel momento capirete il valore dell’Oro nero, quando chiuderete gli occhi e i vostri sensi saranno appagati.

Spostandoci lungo la costa adriatica invece incontriamo la storia dell’Oro bianco per il quale sono state fatte battaglie e che in molti hanno voluto controllare, il Sale!

Saline

In epoca romana infatti il sale era il mezzo di pagamento dei soldati, ecco quindi spiegata l’origine della parola Salario, prima ancora di essere considerato l’alimento che oggi compriamo per pochi centesimi al supermercato, era ciò che conservava il cibo e per questo porta con sé storie di combattimenti per il suo controllo, chi ne possedeva di più era più ricco e le Saline di Cervia sono state motivo di screzi tra la terra di Romagna e la Serenissima che aveva capito molto bene il suo valore e sapeva che chi controllava il sale aveva la moneta di scambio più preziosa, anche Dante aveva provato a mediare questa sfida, ma per chi si ricorda la storia, non finì bene.

A voler essere romantici e usare la libertà letteraria si potrebbe dire che qui abbiamo anche l’Oro giallo, quel giallo di tuorlo che ci dona la sfoglia con la quale prepariamo i piatti della miglior cucina del mondo e qui non c’è divisione, nelle cucine di Emilia e Romagna sapienti Rasdore lavorano a mano l’impasto che si trasformerà in Tagliatelle, Tortelli, Ravioli, Cappelletti, Tortellini, Lasagne e tante altre tradizioni che valorizzano la tavola assieme ad amici e famiglie che sono il vero Oro della nostra vita.

Per chi a questo punto è curioso o gli è semplicemente venuta fame, ha comunque un motivo per venire in terra d’Emilia Romagna e concedersi di assaggiare il nostro Oro.

PERCHE’ SOLO BUONI PROPOSITI?

New Year

Altro giro altra corsa, un nuovo anno è cominciato e per la specie alla quale apparteniamo questo rappresenta un giro di boa che ci permette di azzerare in un qualche modo errori e capricci che hanno sporcato l’anno precedente, ma quanto senso ha promettersi di rispettare dei buoni propositi se non se ne ha la volontà?

Le cose che ci si impegna a rispettare sono quasi sempre le stesse: dimagrire, avere una vita più sana, volersi più bene etc….. perché per una volta non proviamo a pensare a dei propositi meno candidi e utopistici e a cose più concrete.

Ad esempio pensate ad impegnarvi per raggiungere un risultato professionale che faccia impazzire di invidia la collega perfida che è sempre pronta a punzecchiarvi, oppure accettate quella sfida che deve avere il semplice fine di dimostrare a voi stessi che avete carattere e volontà di arrivare in fondo alle cose, senza dimostrare nulla alle altre persone.

Non smetterò mai di professare un semplice concetto necessario a sopravvivere in una società fatta di maschere, siate autentici e non mischiatevi a persone che non sanno combattere ad armi scoperte, tutto torna e tutto viene svelato alla fine.

Quindi se proprio volete fare una lista di buoni propositi per questo 2020 appena cominciato, provate con questi punti:

  • Mi riprometto di usare sempre il libero pensiero e non schematizzarmi in preconcetti
  • Voglio essere onesto con chi occupa la maggior parte della mia vita e rendermi in questo modo difficile da battere, perché nulla batte onestà e trasparenza
  • Non voglio fare finta di essere chi o cosa non sono, ma posso sempre migliorare me stesso
  • Non restare troppo tempo senza ascoltare musica, è la miglior medicina contro chi non sogna e cerca di raggrinzire le nostre fantasie
  • Appoggiate le idee degli amici e non distruggete mai i loro piani, dovete essere il loro supporto sia nel successo che nel fallimento
  • Per finire, amate la vostra vita e non sprecatela a fare cose che non apprezzate è il peggior modo di buttare via il vostro tempo

Cosa realmente verrà rispettato in questo nuovo vortice di date che passano alla velocità della luce non saprei dirlo con sincerità, ma solo il fatto di provarci è segno che vogliamo dare un senso alla nostra vita e non vogliamo farcela scappare dalle mani mese dopo mese.

Da Dreaming Emilia Romagna un tosto 2020!