(G)Old Generation

Si sente spesso dire che l’Italia è un paese di vecchi e sempre con una connotazione negativa, io credo invece che come tutte le medaglie ci siano due facce da considerare.

 Scopri in questo articolo quali sono i punti positivi e negativi di avere solide relazioni con le vecchie generazioni.

 

Per sempre nonni

 

In Italia è comune che i nipoti passino la maggior parte del loro tempo a casa coi nonni, se in altri paesi l’indipendenza e l’emancipazione della terza età è un diritto che nessun capriccio infantile riesce a scalfire, qui invece il nipote diventa immediatamente l’imperatore della casa in cui si trova ed i nonni sono un prezioso patrimonio che li coccola in modo peculiare. 

Essere nonni in Italia non è uno scherzo e di certo diventano una manna dal cielo per tutti quei genitori che devono lavorare, quindi è doveroso dire: GRAZIE NONNI 

 

Tradizioni

 

Non sempre Vecchio è uguale a Saggio, ma di certo nei loro occhi ci sono sufficienti esperienze che diventano preziosi insegnamenti di vita; sono anche portatori sani di tradizioni, anche se non rivelano mai tutti i loro segreti, prendiamo ad esempio il campo culinario.

Se alla veneranda età di 30 anni chiedeste alla nonna di stirare alle 5 di mattina la camicia per fare bella figura al colloquio state certi che lo farà, ma quando le chiederete di darvi la ricetta esatta delle sue lasagne, scordatevelo, questo non succederà mai.

L’equilibrio di tramandare le tradizioni funziona proprio in questo modo, rivelare quanto basta (q.b.) e lasciare che la nuova generazione scopra da sé il segreto e così via nei secoli. 

(G)Old Generation Lasagna
(G)Old Generation Lasagna

 

Antichi mestieri

 

L’Italia vanta la storicità di lavori molto antichi ancora realizzati, tutto il comparto relativo all’artigianato è ancora attivo e si rivela essere uno degli aspetti più affascinanti della nostra cultura.

Pensate alla grandiosa scuola di liutai di Cremona che ancora oggi richiama appassionati di musica e violini da tutto il mondo, oppure i bottai che danno vita alle preziose botti importantissime per contenere ottimi vini, distillati ed il nostro oro nero per eccellenza, L’Aceto Balsamico Tradizionale DOP.

Tutte queste tradizioni sono cariche di storia ed importanza, ma chi le trasmetterà se le vecchie generazioni non vengono sostituite dalle nuove? Ecco ancora una volta gli anziani essere custodi di antiche arti che vanno preservate nel rispetto della nostra identità.

(G)Old Generation Artigianato
(G)Old Generation Artigianato

 

Saggezza Popolare

 

Anche la saggezza va tramandata e nei piccoli villaggi è tipico ascoltare persone anziane poste al centro delle piazze esporre le loro “Perle di saggezza” in versioni dialettali tipiche del territorio; queste non vogliono far altro che suggerire un modo per affrontare la vita per quello che è, senza dare troppo peso ai fallimenti e pensare ai successi come scommesse quotidiane vinte.

 

In sintesi, gli scontri generazionali ci saranno sempre, perchè viviamo la vita a velocità diverse, dovremmo tutti capire invece che la (G)Old Generation ci consiglia sulla base delle loro esperienze perché questo è il loro vantaggio, conoscere già la fine del film. 

In questo c’è la verità su quanto la vita sia beffarda, da un lato c’è chi sa ma ha meno tempo ed energie, dall’altro c’è chi non sa ma ha ancora molto tempo da sfruttare.

Dispensa Italiana

Dispensa Italiana

In una tipica casa italiana le cose preziose non si tengono nella cassaforte, ma ben disposte su scaffalature di legno, chiusi in barattoli o nascosti nelle cantine; La preziosa Dispensa Italiana.

 

Si usa dire che i soldi vanno e vengono, ma la fame resta; questo non succede di sicuro in Italia, dove di fame non si muore, infatti ad ogni stagione si susseguono tradizioni più o meno antiche e a scadenza precisa le cantine di casa si trasformano in laboratori gastronomici dove si cuoce, si impasta e si imbarattola in modo che per le successive mensilità la famiglia sia a posto. 

 

A seguire alcune delle più note e non preparazioni casalinghe stagionali nazionali e in particolare della regione Emilia-Romagna:

 

Maiale – per iniziare bene l’anno la prima tradizione da rispettare è la produzione del salame che trova in Gennaio il giusto clima e tasso di umidità che servono per iniziare la stagionatura di uno dei più famosi e amati prodotti della nostra cucina. 

 

Nocino – la produzione di questo liquore tradizionale emiliano dimostra alla perfezione quello che qui è uno stile di vita accurato, ovvero che non si butta via niente e anche da prodotti che sembrano di scarto può venirne fuori qualcosa di buono; il Nocino viene prodotto infatti dal mallo delle noci le quali vengono raccolte nel mese di Giugno. 

 

Salsa di Pomodoro – questa rivoluzionaria scoperta che ha permesso di consumare il pomodoro nei piatti più amati da tutti, come pizza e pasta, è un rito che coinvolge tutta la famiglia, il periodo è quello di Settembre dove i pomodori sono pronti per la grande trasformazione. 

 

Zucca e Fichi – nello stesso periodo vengono pronti due tra gli ingredienti più amati soprattutto per le combinazioni con altri protagonisti della cucina emiliana, che siano freschi o trasformati in creme, confetture e ripieni, zucca e fichi troveranno ampio spazio sulle tavole e andranno a braccetto con prosciutto crudo, parmigiano reggiano ed aceto balsamico.

 

Limone – è dagli inizi del Novecento che da questo agrume si ottiene uno dei più famosi liquori al mondo, il Sig. Limoncello che è diventato il perfetto digestivo dei i pranzi più impegnativi. 

 

Uva – partendo dalla metà di Agosto fino ad Ottobre l’uva la fa da padrone negli impegni quotidiani dei contadini, oltre al buon vino che sarà pronto solo dopo 1 anno di attesa, con il mosto prodotto dall’uva è possibile ottenere altri prodotti, ad esempio il sugo d’uva, un dolce povero della nostra tradizione che allo stesso tempo con la sua semplicità rende felici numerosi ex bimbi golosi.

 

Aceto balsamico DOP – per uno dei più pregiati prodotti che compongono il repertorio culinario italiano, il rincalzo con nuovo mosto cotto avverrà a vendemmia finita per dare continuità al lavoro lento delle batterie.

 

Parmigiano Reggiano – il Re dei formaggi ha personalità diverse, si produce tutto l’anno ma a seconda delle stagione e del foraggio a disposizione degli animali, si otterrà un latte diverso e di conseguenza un formaggio diverso, ma sempre eccellente. 

 

A contorno di tutto questo durante i mesi ci sarà il momento delle marmellate, delle composte, di salumi e formaggi dalle diverse forme e sapori, quello che invece non ci sarà è un momento di pausa per riposarsi e recuperare le energie.

 

In Italia sono più di 87.000 gli operatori certificati nel settore agroalimentare di qualità e tutti hanno un unico obbiettivo, produrre eccellenze italiane che possiamo consumare in compagnia della famiglia e degli amici, perché è vero che mangiare bene è importante, ma farlo con la compagnia giusta è ancora meglio.

 

Apparenza e Sostanza

C’è un’espressione che sento spesso e fa riferimento alla commercializzazione dei prodotti agroalimentari italiani, dice: “se questo lo avessero in Francia…”.

Ogni volta che sento questa espressione dentro di me si crea un notevole calore che diventa un fastidio incomprensibile, mi chiedo del perché qualcosa coltivato, allevato, curato, trasformato qui da secoli,  ritenuto eccellenza internazionale ed in alcuni casi diventato Patrimonio UNESCO, dovrebbe essere valutato di più in altri paesi; poi ho iniziato a riflettere sul vero significato di una frase del genere e queste sono le mie umili considerazioni.

Partiamo da due concetti che fanno parte della nostra vita in ogni suo istante: Apparenza e Sostanza.

Difficilmente si trova il giusto compromesso ed ancora più difficile è valutarne il giusto valore e bisogno.

Quante volte avete sentito “si compra prima con gli occhi” e su questo Signore e Signori si svela l’unico vero concetto sul quale si fonda il marketing, tutti lo sappiamo, ma poi non siamo in grado di applicarlo e quando ad un mercato o fiera di settore la nostra bancarella rimane desolata e senza acquirenti è il momento di capire che si è puntato solo alla sostanza. 

Ho avuto occasione di sentire un’intervista dal vivo del Re del culatello il quale ha passato alcuni anni in Francia durante la sua formazione; spiegava, in modo davvero efficace, la frase di apertura mettendo a confronto il packaging dei formaggi francesi e del più famoso dei formaggi italiani, il Parmigiano Reggiano.

Quando acquistiamo un formaggio francese lo troviamo impacchettato di tutto punto con carte dorate o in piccole confezioni di legno molto curate, se pensiamo alla tipica confezione del nostro PR è in plastica sottovuoto. La differenza è lampante, l’apparenza che batte in prima istanza la sostanza.

C’è chi nella propria vita ha bisogno di apparire per mantenere su di esso la concentrazione, chi invece preferisce tenere un profilo basso e curare dietro le quinte la struttura del palcoscenico, quello che conta alla fine è la qualità del proprio operato o, come nel caso dei nostri prodotti alimentari, la bontà che si porta a casa l’acquirente. 

Apparire non è più importante di essere o viceversa, il segreto è capirne le rispettive utilità ed usarle a seconda della situazione.

Il punto della questione italiana potrebbe essere che la nostra indole punta di più alla sostanza che all’apparenza e non perché mancano le capacità di apparire al meglio, ma più semplicemente perché siamo sicuri della sostanza dei nostri prodotti e non c’è nulla da aggiungere. 

Si tira avanti

Resilienza

Se sei uno straniero e ti fermi un momento ad ascoltare due italiani che dialogano, potrai sentire tante espressioni tipiche che racchiudono mondi e filosofie quasi sparite; oggi voglio analizzarne una che trovo molto rappresentativa del mood italiano: Si tira avanti.

Solitamente questa espressione si sente tra persone che hanno accumulato un certo numero di natali e sono arrivati al punto di aver capito che gli ideali e la ribellione tipici della giovinezza non hanno più lo stesso vigore e bisogna quindi mediare con le reali capacità.
Si tira avanti significa anche non mollare o abbandonare il campo di battaglia, questo 2020 ci ha messo tutti davvero alla prova e la reazione a ciò che è successo sarà qualcosa che ci porteremo con noi per sempre.

Dietro a questa battuta così semplice e che sembra voglia tagliar corto discorsi troppo lunghi, c’è molta forza, la tipica forza di persone diventate sagge per età o esperienza che conoscono cosa davvero può ferire e trasformare una vita in miserabile.
Ci sono zone geografiche e storie di popoli per cui questa espressione è la normalità, come a dire che la vita ti metterà sempre davanti a delle sfide e che se può ostacolarti lo farà.

Nella mia, ancora abbastanza breve, esperienza di vita sono solita dire che “La vita è beffarda” e noi siamo delle pedine che tentano quotidianamente di raggiungere quella vana soddisfazione che ci fa sentire parte di qualche cosa; altra battuta simile è Si tira a campare che potrebbe suggerisce la fatica di vivere a stenti o più semplicemente che per vivere si deve faticare e che nulla ci è dovuto.

Non tutti nascono con il coraggio del combattente o pronti con le armi necessarie per affrontare quello che la vita ci mette di fronte, quindi il più delle volte ci si deve inventare come attori abbastanza astuti per superare anche le più dure difficoltà, ecco quindi che si deve tirare avanti per non abbandonare il campo di battaglia e per non dare nessun tipo di soddisfazione a chi non crede in noi; queste espressioni si possono considerare quasi un simbolo di Resilienza.

Interessante è vedere che Si tira avanti si colloca nella parte settentrionale della penisola, mentre Si tira a campare ha un’assonanza più meridionale, andando oltre le solite divisioni da ante unità d’Italia, è istruttivo vedere che su certi aspetti siamo così simili e abbiamo la stessa tenacia di chi non molla niente e ha sempre la voglia di arrivare in fondo senza dover ringraziare nessuno.

Concluderei questo pezzo con una semplice riflessione; ogni volta che vi troverete in una situazione difficile o scomoda e vi verrà chiesto uno sforzo maggiore, pensate a cosa corrisponde la vostra fatica, potrebbe essere il sorriso della persona che amate, il riconoscimento professionale oppure la vostra stessa felicità, allora fate in modo di tirare avanti.

PERCHE’ QUEST’ESTATE NON VADO ALLE CANARIE

Libertà Estate

Siamo abituati ad organizzare la nostra vita 6 mesi alla volta e le vacanze sono, paradossalmente il tema più stressante, perché tutto deve essere al giusto prezzo, completo e con elementi utili per le stories, ma questo 2020 ha deciso che dovevamo prendere fiato e smettere di correre.

Perché quest’estate non vado alle Canarie? Perché voglio scoprire l’Italia.

Nel mio percorso personale ammetto di aver visitato prima luoghi distanti abbastanza perché i km si trasformassero in miglia, piuttosto che le principali attrazioni italiche.

L’estate 2020 sarà, con molta probabilità, l’anno dove le persone visiteranno quei posti dietro casa e se ne andranno dicendo: “pensare che era dietro l’angolo e non lo sapevo”, ma l’Italia è bella proprio per questo, ti sa stupire in ogni modo e momento.

Se volete ispirarvi per un weekend oppure una vacanza ecco cosa Dreaming Emilia Romagna vi propone:

La provincia di Piacenza offre l’arte del Guercino sotto la cupola e quella dei Tortelli con la coda sopra la tavola, potete rinfrescarvi nel fiume Trebbia e visitare borghi carichi di storia e buon Gutturnio come Bobbio e Vigoleno.

La provincia di Parma porta il peso della Cultura 2020 e 2021, il Battistero e la cupola del Correggio vi aspettano in perfetta salute, Langhirano è pronto coi suoi prosciutti, mentre un’Antica corte vi attende vicino al fiume con una fetta di Culatello di Zibello in mano.

La provincia di Reggio Emilia offre passeggiate che vanno dal grande Fiume alla Pietra di Bismantova, uno sguardo al Tricolore per una punta di patriottismo e merenda con Erbazzone e Lambrusco.

La provincia di Modena incanta con la musica di Pavarotti ed il rombo della Ferrari e termina con la dolce essenza di Aceto Balsamico tradizionale.

La provincia di Bologna insegna l’arte dello studio e del libero pensiero, vi spinge a camminare fino a San Luca ed entrare in un mondo incantato alla Rocchetta Mattei, l’importante è finire con Tagliatelle e Mortadella. Bologna Tour

La provincia di Forlì-Cesena profuma di gesso e terme, è casa di Pellegrino Artusi e nasconde prodotti fatti con il cuore, come il Mandorlato di Modigliana.

La provincia di Ferrara è un elegante motivo Jazz che incontra storie di canali ed Anguille a Comacchio fino all’importantissimo Parco del delta del Po che è Riserva di Biosfera UNESCO.

La provincia di Ravenna fa da custode a Dante e racconta di storie antiche come il Sale . Saline di Cervia

La provincia di Rimini toglie i pensieri brutti con la sua notte leggera fatta di luci e cocktail, ma offre una vigorosa storia romana dove meno lo si aspetta.

Scegliere l’Emilia Romagna come meta estiva lo si può fare con ogni criterio di ricerca, dalla Storia all’Enogastronomia, dalla Natura allo Sport, l’unica cosa: preparatevi a sorridere.

Per ulteriori info potete consultare: Visit EmiliaVisit Romagna e registrarvi alla newsletter di Travel Emilia Romagna.